Il Gruppo Oltre, è un insieme di genitori e familiari di persone con disabilità per creare un luogo di confronto, di ascolto e di accoglienza. Il gruppo di auto mutuo aiuto nasce dal desiderio del gruppo Famiglie In Rete dell’Associazione Paolo Babini per dare una risposta più concreta ai bisogni delle famiglie. Il gruppo si incontra una volta al mese per affrontare tematiche diverse.
Da tempo cercavo un gruppo di sostegno in presenza per genitori con ragazzi disabili. Partecipavo agli incontri online che un’associazione organizza per genitori con ragazzi che hanno la Sindrome di Tourette, ma al termine di ogni incontro non ero pienamente soddisfatta, perché parlare con un microfono per me è molto difficile e l’ empatia che si prova quando ci si parla guardandosi negli occhi, non è assolutamente la stessa di quando ci si guarda attraverso un video.
Così a fine ottobre sono andata all’incontro genitori del Gruppo Oltre. Ero un po’ in ansia perché non conoscevo nessuno. Ci siamo seduti in cerchio e abbiamo iniziato a parlare di noi: chi siamo, chi sono i nostri figli, quali sono le nostre difficoltà, ecc.. Della prima serata mi ricordo che una mamma seduta al mio fianco aveva raccontato che, al ritorno dalla gita scolastica, il figlio, affetto da un disturbo cognitivo, era molto contento di avere trascorso qualche giorno con i suoi compagni di classe. La contentezza però era svanita quasi subito, perché alcuni genitori si erano lamentati perché la presenza del ragazzo aveva rovinato la gita ai loro figli. Mi è sembrata una cattiveria enorme e mi ha ricordato quante volte mia figlia si era sentita ignorata dai suoi compagni di classe e aveva pianto poi al suo rientro a casa. Ho capito da quella e da altre testimonianze che finalmente avevo trovato il posto giusto dove non solo capivo cosa provavano gli altri, ma mi sentivo compresa e ascoltata.
Di seguito si sono susseguiti altri incontri (uno al mese) nei quali abbiamo avuto modo di conoscerci meglio. Abbiamo riso, abbiamo pianto e ci siamo pure arrabbiati con il mondo ma credo che tutti quando siamo usciti da quelle serate ci siamo sentiti un po’ meno soli e questo ci ha dato un po’ di serenità.
Un ruolo fondamentale in questo gruppo è costituito dai nostri 4 educatori, sì perché non vi ho ancora detto che il Gruppo Oltre si è costituito grazie alla collaborazione di quattro realtà: Associazione Paolo Babini, Cooperativa Cavarei, Cooperativa l’Accoglienza e Cooperativa Lamberto Valli. Loro già collaborano perché fanno parte di un consorzio e insieme hanno deciso di ricostituire questo gruppo. I nostri conduttori si chiamano Agnese, Lorenzo, Marco e Serena. Per me sono persone speciali, perché sanno sempre come stupirci e coinvolgerci in iniziative che ci aiutano ad aprirci e a conoscerci. In più loro non intervengono mai nei nostri racconti, lo fanno solo se gli rivolgiamo delle domande. Questo è molto bello perché quello che più mi infastidiva degli incontri online era che partecipava anche lo psicologo il quale voleva sempre dare dei consigli su come comportarsi. A volte è più utile ascoltare e dimostrare empatia che dare delle risposte per forza. I nostri educatori lo sanno bene questo e quindi sono abili ascoltatori. Magari, alla fine degli incontri, quando qualcuno ha raccontato un momento molto triste si avvicinano alla persona e le fanno sentire il loro affetto. Questo è quello che più conta, sentirsi voluti bene.
Ci sono stati anche dei momenti formativi, come per esempio quello sul progetto di vita. E’ stato molto utile e alcune famiglie che non lo avevano ancora fatto, si sono attivate per realizzarlo.
Le nostre guide hanno utilizzato diverse metodologie per farci dialogare; una molto efficace è stata la ruota di Barreto che ci ha restituito delle perle veramente interessanti, uno spazio di ascolto e di parola con regole precise per garantire un clima di libertà, rispetto e assenza di giudizio.
Una sera abbiamo anche ascoltato un pedagogista che fa parte della Fraternità di Romena che ci ha trasmesso il messaggio che a volte si ottiene di più amando e perdonando i propri figli, piuttosto che facendogli delle “prediche”.
Ora è più di un anno che ci incontriamo e abbiamo conosciuto anche i nostri figli, durante un’incontro estivo, prima della pausa di agosto, con alcuni ci incontriamo a volte fuori dal gruppo (poparty e altre iniziative), ed è sorta una certa amicizia tra di noi e questo ci aiuta a sentirci un po’ meno soli.
Sì perché oltre alle difficoltà che tutti i giorni dobbiamo affrontare, quello che ci abbatte maggiormente, questo vale per me ma credo anche per gli altri, è il non sentirsi capiti quando raccontiamo i nostri problemi a qualcuno. Molto spesso anche persone a noi molto vicine (amici e parenti) sembrano non comprendere la fatica e la sofferenza che sentiamo quotidianamente. Per questo ho fatto ascoltare al Gruppo Oltre la canzone di Jovanotti “Se lo senti lo sai”, perché noi lo sentiamo e lo sappiamo cosa significa avere un figlio con disabilità e questo sentire ci fa essere un gruppo.
Il mese scorso ha partecipato per la prima volta una mamma. Era molto triste perché suo figlio aveva diversi problemi e lei non sapeva come risolverli. L’abbiamo ascoltata a lungo e le abbiamo condiviso la nostra esperienza, quindi non le abbiamo imposto una strada, ma abbiamo raccontato quello che è stato il nostro cammino. Il giorno dopo ci ha scritto su whatsapp per ringraziarci di averla ascoltata. Usiamo la chat per mandarci degli avvisi su incontri utili o semplicemente condividiamo qualche bel momento trascorso insieme ad alcuni del gruppo.
Vorrei concludere queste brevi riflessioni con le parole che una mamma del gruppo ci ha lasciato, tratte dalla sua tesi di laurea in Bioetica:
“E’ irragionevole pensare che una persona disabile non possa essere felice, perché incapace di realizzare lo stile di vita imposto dalla cultura del piacere e del divertimento. La felicità che ognuno desidera, può esprimersi in tanti modi e può essere raggiunta solo se siamo capaci di amare”.
E tu genitore che ti senti in difficoltà perché hai un figlio con disabilità, unisciti a noi, la porta è aperta a chiunque voglia unirsi a noi. C’è posto anche per te.
Laura
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